“Raccontiamo canzoni”

ATDAL Over 40 segnala la pubblicazione di un libro che narra la storia della  DGA BAND di cui fa parte Aurelio  de Laurentiis, uno dei nostri soci più attivi, che è stato anche Presidente dell’Associazione dal 2008 al 2010.

In genere gli autori e gli interpreti musicali si “raccontano” pubblicando dischi, video e concerti, mentre i “song-book” e le biografie sono riservate alle grandi star della scena musicale, di cui gli appassionati sanno già quasi tutto; in questo caso si cerca di scavare nelle vite private, mettendo sullo sfondo la componente artistico –musicale, che fa da cornice al pettegolezzo. Ma sotto la punta dell’iceberg ci sono tantissime “band”, autori, musicisti e cantanti sconosciuti al grande pubblico, animati da una grande passione e dedizione per la musica che hanno storie interessanti da raccontare e divertenti da ascoltare proprio perché basate sulla vita reale. Così la DGA-Band, protagonista della scena rock della Capitale tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, che dopo una pausa trentennale ha ripreso a calcare le scene, si presenta con un libro “Raccontiamo canzoni” Faligi Editore, 124 pagine € 10. che ripercorre la storia del gruppo musicale e che insieme ai testi racconta le origini e l’ispirazione dei singoli brani.

 Testi scritti o ispirati alla migliore tradizione del “Cyber Punk” che, nei primi anni ottanta, tratteggiava un futuro a tinte fosche dove sarebbero prevalse società autoritarie o catastrofi ambientali o strani connubi tra uomini e macchine (futuro che in alcuni casi si è avverato nei suoi aspetti peggiori), o invettive di satira sociale ispirate al rock dadaista e demenziale dell’epoca, rivisitate con lo spirito smaliziato del secondo millennio. Un affresco che non è solo il “song-book” di un gruppo, ma un viaggio attraverso le canzoni nelle ansie e dei sogni di una generazione.

 Il racconto parte dagli anni settanta quando, tra un’occupazione scolastica e una manifestazione dell’”autonomia”, una delle attività giovanili preferite era quella di “mettere su” una “rock-band”; a quei tempi non esisteva Internet, non c’erano “smart-phone” e altre estensioni elettroniche, la circolazione delle notizie era  orale e, come ai tempi dei cantastorie, si valutavano le rock band giovanili sulla base dei racconti degli amici e dei rari concerti che si organizzavano all’epoca, a qualche brano ascoltato sulle radio locali e a qualche intervista sulle “fanzines” (giornalini autoprodotti).

 A distanza di circa 30 anni quando si affacciava già la seconda decade del secondo millennio, e nel pieno dell’era digitale i vecchi amici e compagni di scuola già si rincontravano attraverso i social network, gli ex membri della band si ritrovano in modo “analogico” come i loro brani concepiti e suonati e registrati tradizionalmente. Un incontro casuale durante un sabato sera, un breve racconto delle rispettive storie e dopo qualche giorno erano di nuovo in sala a suonare “cover” e vecchi brani. Ritrovato lo spirito e la verve originaria arriva un repertorio di nuovi brani da affiancare ai “vecchi successi”, le prime registrazioni in studio e i primi concerti in alcuni locale Capitale, tra i quali il Boogie Club, Spazio Ebbro, ed altri, con un seguito crescente di fedelissimi “fans”.

Brani che adesso si possono ascoltare in concerto o scaricare dal sito www.dga-band.it  o da Youtube e rivivere a casa nelle storie di questi “eterni ragazzi” attraverso questo “libretto” che si può prenotare e acquistare alla Libreria del Sole ( su facebook – tel. 06 5081968) o direttamente dalla Band nelle presentazioni e nei concerti in programma a Roma in questo mese e in quelli successivi; Lettere Caffè sabato 21 febbraio ore 22 via San Francesco in Ripa, 100 (Roma – Trastevere), Libreria del Sole, venerdì 27 febbraio ore 20,30 viale dei Caduti Nella Guerra di Liberazione, 470, (Roma-Spinaceto)  e Boogie Club, domenica 8 marzo ore 21,30 via Astolfi 65 (Roma- Portuense). A tutti voi buona lettura e…. buon ascolto!   L’introduzione all’articolo Raccontiamo canzoni” é riportata anche su OverTheDoors.it.

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Intervista a Marco Montefalcone consulente della P.A.

Spesso le pagine dei giornali sono piene di notizie riguardanti le “spese per consulenze” presso la Pubblica Amministrazione (P.A.); i politici a livello nazionale e locale fanno di questo argomento un cavallo di battaglia, chiedendosi come mai enti pubblici e amministrazioni centrali e locali nominate, guarda caso, sempre da politici di parte avversa, debbano poi ricorrere a dei consulenti esterni per svolgere questo tipo di sevizi. Prescindendo dalla spontanea constatazione sui pulpiti dai quali provengono queste reprimende, c’è da dire che in realtà, nella P.A. centrale e locale, oltre alla pletora di “garantiti” che spesso nello svolgimento dei loro compiti si limitano al “minimo sindacale”, e ahimè, ad un certo numero di soggetti che navigano nel sottobosco della politica, c’è tutto un mondo di professionisti con competenze elevate, con tipologie contrattuali autonome, per non dire precarie, ai quali spesso vengono affidati i servizi più innovativi, i progetti più sfidanti e che nonostante ciò sono costretti a lottare anno dopo anno per avere una continuità lavorativa e per affermare in quel contesto la propria professionalità.

Tra questi c’è Marco Montefalcone, laureato in storia contemporanea, con una formazione post – laurea che spazia dal campo della ricerca sociale, alle scienze della formazione, dell’analisi delle politiche pubbliche a quella dei sistemi di valutazione. Marco, dopo aver a lungo lavorato presso enti di ricerca e monitoraggio, ha intrapreso una sua attività professionale autonoma essendo impegnato da circa cinque anni in attività di consulenza e di assistenza tecnica per la P.A. centrale ed altri soggetti pubblici e privati. Il suo campo di azione riguarda il miglioramento delle performance e dei servizi, che è il risultato della progettazione e dell’attuazione di sistemi di qualità e di standard setting, del monitoraggio e della valutazione delle attività e della definizione e implementazione di policy, parole che possono sembrare astruse ma che sono sintetizzabili in poche parole: miglioramento della qualità dei servizi, in particolare di quelli che riguardano tutti i cittadini in settori fondamentali quali l’Istruzione, il Lavoro, la Sanità ed altri.

Qual è stata la motivazione principale che ti ha portato ad aprire una tua attività autonoma

Dopo un’iniziale e intensa esperienza lavorativa nell’ambito di una organizzazione nazionale per la tutela dei diritti dei cittadini, ho lavorato per quasi vent’anni anni nell’ambito di tre enti di ricerca e formazione, operanti in partnership sia in Italia che all’estero.  Circa cinque anni fa, ho deciso di lasciare questo lavoro presso tali enti. Per me è stata una scelta molto dolorosa e difficile da compiere. È in questi tre enti infatti che, immediatamente dopo la laurea, ho completato la mia formazione e costruito il mio profilo professionale. Ho condiviso con molte delle persone che lavoravano lì (alcune conosciute fin da ragazzo negli scout) sogni, motivazioni e aspettative. Inoltre, in quegli enti ho ricoperto incarichi via via di maggiore responsabilità, guidando in particolare per nove anni la direzione scientifica e il monitoraggio delle attività dei progetti realizzati. Purtroppo, profonde divergenze di vedute circa la gestione amministrativa e finanziaria di tali enti mi hanno costretto a prendere questa decisione, accelerata anche dal contesto di crisi economica che ha colpito non solo l’Italia a partire dal 2008.

Ciò che mi ha spinto principalmente a lasciare il vecchio lavoro e a sviluppare una nuova attività è stata quindi una situazione di costrizione (una cattiva gestione che ha provocato una crisi di sostenibilità con conseguenze deleterie per gli individui) unita però a una volontà di rimettersi in gioco per cercare di essere comunque utile alla collettività, nel contesto della difficile situazione che stiamo vivendo. Per questo ho cercato di mettere le mie competenze a disposizione dei soggetti pubblici e privati responsabili di politiche di sviluppo e di inclusione sociale.

Quali sono le competenze tecniche precedentemente acquisite (sia lavorative che extra lavorative) che ti sono state utili per la nuova attività e quali sono quelle che hai dovuto acquisire o stai ancora acquisendo?

Al di là delle competenze teoriche e tecniche sulle tematiche oggetto di eventuali consulenze (project management, teoria e metodologia della ricerca sociale, metodologie di monitoraggio e valutazione, procedure di standard setting e di verifica e miglioramento della qualità dei servizi, adult education, ecc.), per sviluppare la nuova attività mi è stato certamente d’aiuto l’insieme di know how e il background culturale costruito negli anni, grazie alle esperienze svolte non solo in ambito lavorativo. Mi è stato inoltre di supporto un forte senso di responsabilità circa gli effetti delle azioni promosse e realizzate, unita soprattutto alla capacità di mantenere la barra dritta verso la propria mission, che nel mio caso è stata sempre quella di coniugare l’attività lavorativa con la possibilità di ottenere un impatto positivo nella vita sociale ed economica delle persone.

Quali sono, per quanto riguarda la tua attuale esperienza, i fattori critici di successo della tua attività, le competenze distintive che hai apportato al tuo business, le cose che rifaresti e quelle invece da migliorare?

Quanto appena detto e cioè la chiarezza di visione e di obiettivi rappresenta senz’altro un fattore che può contribuire al successo della propria attività, ma ancor di più la capacità di vedere le crisi che ognuno di noi è chiamato ad affrontare come una sfida da superare e non come un problema insormontabile. Certo, non è facile a 50 anni, ma il cambiamento è parte della vita e non deve essere vissuto come un disastro che ci si è parato di fronte, ma anzi come una opportunità per rendersi nuovamente utili e fare qualcosa di buono. Le avversità della vita non devono incrinare la nostra integrità e mettere in discussione il nostro scopo fondamentale, né tanto meno ci devono far perdere il controllo di noi stessi e della realtà.

Ecco, questo forse è il principale fattore su cui far leva per il successo della propria attività. Riconosco però che, a volte, non è facile assicurarlo e bisogna far ricorso a tutte le proprie riserve ed energie, di fronte a una realtà come quella italiana, dove l’accesso al mondo del lavoro non è sempre lineare e non è legato solo al merito e alle proprie capacità e competenze, ma è purtroppo ancora connesso al conoscere “qualcuno” al posto giusto, meglio se competente, se non altro per riuscire a venire a conoscenza di opportunità e possibilmente per ottenere la “spinta” giusta.

Non sono mancate e non mancano certo le difficoltà. Quante volte agli over 40 vengono riconosciute anche con stupore le rilevanti esperienze e competenze maturate, senza poi far seguire a questi apprezzamenti l’attivazione di una concreta attività di collaborazione. Tuttavia, non bisogna mai disperare e guardare avanti come ho detto in modo positivo.

Quali sono, a tuo avviso, le cose che un’associazione come ATDAL Over 40 potrebbe fare per supportare la nascita di nuove imprese?

ATDAL Over 40 a questo riguardo potrebbe svolgere un ruolo importante di sensibilizzazione verso la collettività e gli stessi over 40, che non sono certo soggetti da rottamare ma possono risultare ancora molto utili a questo paese.  ATDAL infine potrebbe sviluppare la funzione di networking per favorire la messa in rete a tutti i livelli (tra over 40 e tra over 40 e potenziali datori di lavoro). Le relazioni costituiscono infatti un indubbio volano di inclusione e di sviluppo.

 A cura di Aurelio De Laurentiis

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A passeggio nella storia e nell’arte di Roma:intervista a Livia De Stefano

 Questa volta incontriamo Livia De Stefano, consigliera di ATDAL Over 40 ma anche socia fondatrice e presidente di “Passeggiate per Roma”, Associazione legata alla “Città Eterna” e soprattutto alla sua storia e alla sua arte.

Livia ha un “bagaglio” ricco di esperienze non solo in senso metaforico, parlando oltre all’italiano e al tedesco anche l’inglese e il francese, ed avendo alternato esperienze sia in Italia che all’estero (soprattutto in Germania) in settori molto diversificati, dal turismo, al trasporto aereo, ai servizi di traduzione, alla televisione, all’import / export, solo per citarne alcuni.

Sulla base di questa esperienza, nel dicembre del 2009 Livia ha fondato, insieme ad altre persone incontrate tramite ATDAL Over 40, l’Associazione “Passeggiate per Roma”, che attraverso visite guidate a tema ha lo scopo di far scoprire ai propri soci, prevalentemente romani, aspetti poco noti ma non per questo meno importanti della storia e della cultura, passate e presenti, di Roma e dei suoi dintorni.

L’Associazione non ha ancora una “sede operativa” perché come dice Livia “abbiamo scelto Roma come palcoscenico delle nostre attività che, infatti, si svolgono essenzialmente negli innumerevoli siti che la nostra meravigliosa Città offre a chi ama l’arte e la storia”. E di lavoro da fare c’è n’è tanto, visto che “per conoscere Roma non basta una vita!”

A queste passeggiate, per così dire “en plen air”, vengono affiancati anche cicli di conferenze, seminari, laboratori per bambini, eventi e manifestazioni, tutte attività che hanno l’obiettivo di coinvolgere un pubblico il più ampio possibile, di tutte le età e di diversa formazione e provenienza, mettendolo a contatto con materie quali la storia, l’archeologia, l’arte e la tradizione davanti alle quali, ancor più in una città come Roma, non si può non restare affascinati. A tal fine, oltre al lavoro di alcuni dei soci fondatori e di vari collaboratori, si aggiunge l’apporto di esperti esterni che, di volta in volta, con altrettanta passione e competenza, coinvolgono i soci in stimolanti attività.

Qual è stata la motivazione principale che ti ha portato ad intraprendere questa attività?

Sono nata e vissuta a Roma, ma essendo di madre tedesca ho avuto modo di trascorrere, anche lunghi periodi all’estero, soprattutto in Germania dove ho numerosi amici che spesso vengono a trovarmi. E’ proprio accompagnandoli in giro per questa città ho “scoperto” Roma, ma soprattutto ho scoperto un orgoglio e un amore per la romanità che non crede

vo di avere e così ho sentito il bisogno di condividerli con altri, soprattutto coi romani che, abituati alla quotidianità di tanta “grande bellezza”, spesso guardano Roma con occhio distratto e superficiale.

Quali sono le competenze precedentemente acquisite che ti sono state utili per la nuova attività?

In campo nazionale e internazionale ho maturato una lunga esperienza nel turismo, nelle pubbliche relazioni, nell’organizzazione e coordinamento di eventi e manifestazioni collaborando con enti, associazioni, agenzie ed emittenti televisive. Queste competenze si sono rivelate estremamente utili nella gestione dell’Associazione, per la quale mi occupo della promozione e del coordinamento delle attività culturali e ricreative sia in Italia che all’estero. “Passeggiate per Roma” è un’associazione culturale e dunque ho avvertito la necessità di ampliare i miei orizzonti culturali, tanto che sono in procinto di conseguire la laurea triennale in Archeologia.

Quali, per quanto riguarda la tua attuale esperienza, i fattori di successo della tua impresa : quali sono le cose che rifaresti e quali invece, le cose da migliorare ?

Le associazioni culturali che operano a Roma sono davvero tante, per cui il rischio è quello di essere ripetitivi nell’offerta. Credo che il successo che sta raccogliendo la nostra Associazione stia proprio nel proporre gli aspetti poco noti di cui parlavo prima, anche quando la meta della nostra visita è assai nota. E poi bisogna essere professionali e disponibili al massimo: puntualità, precisione ed esattezza nelle informazioni, competenza, evitare il più possibile di annullare gli appuntamenti anche se i partecipanti sono pochi, usare un linguaggio comprensibile a tutti, creare un clima di serenità e, perché no, di allegria… Insomma, tanti piccoli accorgimenti che decretano la buona riuscita di ogni attività proposta da “Passeggiate per Roma”.

Qual è stato il ruolo che ha avuto Atdal Over 40 nel  supportare la tua iniziativa e quali sono le altre cose che potrebbe fare in tal senso?

ATDAL Over 40 ha avuto un grande ruolo per la mia attività, dai soci fondatori (soci ATDAL Over 40 appassionati di archeologia e storia dell’arte che hanno deciso di costituire l’Associazione) ai soci sempre di ATDAL Over 40 che hanno partecipato in numero consistente alle mie iniziative, consentendomi di organizzare in poco tempo visite guidate ed escursioni di gruppo.

Quest’anno inoltre nell’ambito del progetto EVOLVE (finanziato dall’Unione Europea) ATDAL Over 40 ha affidato a  “Passeggiate per Roma” l’organizzazione delle visite guidate per il gruppo di volontari inglesi che hanno soggiornato nel mese di marzo 2014  a Roma, dando loro modo di apprezzare il patrimonio storico e artistico della Capitale. Un bel riconoscimento e anche la dimostrazione che soltanto con una stretta collaborazione ed uno scambio proficuo di idee si possono realizzare i presupposti per una cooperazione continuativa.

(*)  Intervista di  Aurelio De Laurentiis

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Per Formare… un’Impresa

Conosco Maurizio Piccinetti per motivi professionali in quanto socio fondatore di una delle più interessanti realtà operanti nell’ambito del mercato del lavoro e della formazione professionale della Capitale. Ricordo una sua brillante partecipazione all’inaugurazione di “Porta Futuro”, progetto innovativo della Provincia di Roma dove ebbi modo di conoscerlo e di apprezzare i suoi interventi e il modo in cui aveva organizzato l’evento. Da allora le nostre strade professionali si sono incrociate diverse volte sia per la comune partecipazione a convegni di settore, sia per la disponibilità con cui Maurizio ha partecipato ad alcune nostre iniziative formative; infatti è stato “testimonial” in aula durante alcuni seminari organizzati da ATDAL Over 40 sul mercato del lavoro e sulla ricerca di una nuova occupazione, rivelandosi un vero e proprio “trascinatore”.

Maurizio Piccinetti è socio fondatore di “Per Formare”, un’agenzia formativa costituita a Roma nel 1992 sotto forma di Associazione non- profit. Ha acquisito personalità giuridica ed è iscritta nel registro delle Associazioni della Regione Lazio. E’ accreditata presso la Regione per attività di Orientamento e Formazione Superiore e Continua, ed autorizzata a svolgere la funzione di Ente Promotore di Tirocini. Per Formare è inoltre un’Agenzia per il Lavoro (autorizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali).

Nel 2014 la partnership tra Per Formare e ATDAL Over 40 si è rafforzata grazie alla reciproca collaborazione in due progetti, entrambi finanziati dal Programma europeo per l’apprendimento permanente (LLP) Grundtvig: “Evolve” e “IMAL”, due sigle ben note ai nostri soci e simpatizzanti. Nel mese di  marzo, nella bella sede di Per Formare a via Napoleone III, si è svolta una delle prime visite di studio organizzate da ATDAL Over 40 per far conoscere ad un gruppo di volontari inglesi in trasferta a Roma la locale realtà del mercato del lavoro e della formazione. A luglio la nostra associazione ha “ricambiato” contribuendo a diffondere, per il progetto “Innovations in Mature Adult Learning”, il  questionario sulla motivazione degli adulti all’apprendimento e sulle loro preferenze nella formazione. Ricordiamo che il progetto IMAL, oltre all’Italia che è rappresentata da Per Formare, coinvolge partners attivi in cinque Paesi (Danimarca, Grecia, Polonia, Spagna e Turchia), si avvale della collaborazione di ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed è finalizzato ad esplorare il punto di vista dell’utente finale, i fattori alla base delle sue scelte formative e quelli che ne sostengono la motivazione.

Qual è stata la motivazione principale che ti ha portato ad intraprendere questa attività?

La mia scelta di lavorare “in proprio” risale al 1987. In quell’anno ho realizzato il mio primo progetto di azienda, fortunatamente per scelta e non per necessità. Infatti per realizzarlo mi sono dimesso da un’azienda nella quale ero dipendente a tempo indeterminato. In seguito ho di nuovo lavorato come dipendente in Organismi di rappresentanza per poi tornare a mettermi in proprio, e la motivazione che mi ha spinto a farlo è stata sempre la stessa: la curiosità e la voglia di esplorare nuove opportunità e crescere attraverso nuove sfide e nuovi stimoli.

Quali sono le competenze precedentemente acquisite (sia lavorative che extra-lavorative) che ti sono state utili per la nuova attività e quali sono quelle che hai dovuto acquisire o stai ancora acquisendo?

Mi viene da dire: tutte ! In particolare quelle sociali / relazionali costruite e affinate nel lungo periodo nel quale ho lavorato per le cosiddette Parti sociali. Le competenze hanno la necessità di essere messe in atto, per poter confermare di averne padronanza. Quindi l’atteggiamento che ho assunto è quello di chi vede il proprio sviluppo come un “cantiere aperto” dove nulla si può dire ancora finito. Ovvero l’ottica con la quale affronto le attività quotidiane è incentrata sul “si può sempre migliorare” soprattutto nelle cose che pensi di fare meglio, per evitare di disperdere (invece che acquisire) e divenire poco ricettivi alle novità.

Quali sono, per quanto riguarda la tua attuale esperienza, i fattori critici di successo della tua attività, le competenze distintive che hai apportato al tuo business, le cose che rifaresti e quelle invece da migliorare.

Parto dall’ultima domanda in quanto è il mio “chiodo fisso”. Dove e come possiamo migliorare ? La domanda me la pongo, anzi ce la poniamo tutti nella nostra struttura. Questo perché noi ci ispiriamo alla learning organization. Il motore di ogni nostra attività è l’aspirazione a rappresentare una struttura in grado di formare competenze con uno sguardo sempre rivolto all’innovazione. Aderiamo pertanto convintamente ad un approccio di miglioramento continuo.

La competenza distintiva che ho cercato di apportare, condividendola con tutti i miei colleghi, è legata alle nostre passioni, al desiderio e determinazione di fare la differenza. Il mio motto è “you can make the difference, always”. Infatti credo che capacità di leadership e il background culturale rappresentano i fattori di successo per ogni iniziativa (e su entrambi i fattori ognuno di noi può lavorare per migliorarli).

In “Per Formare” i nostri interventi fanno sempre riferimento ai nostri valori e sono tesi a promuovere la diffusione della cultura del coinvolgimento – “engage for success” – in quanto crediamo nel business consapevole nel quale il leader deve possedere, come qualità più importante, la capacità di incoraggiare le persone a vedersi come membri di un sistema più vasto, con una visione comune e valori comuni, alla ricerca di uno scopo condiviso da tutti in un ambiente di mutuo supporto e rispetto.

Quali sono, a tuo avviso, le cose che un’associazione come ATDAL Over 40 potrebbe fare per supportare la nascita di nuove imprese?

ATDAL Over 40 può avere oggi più che mai un ruolo fondamentale sostenendo i lavoratori maturi, che si trovano momentaneamente fuori dal mondo del lavoro, facendoli sentire parte attiva di una grande comunità. E visto che mi è stata rivolta la specifica domanda, mi permetto di lanciare un’idea. Potrebbe realizzare uno spazio condiviso dove gli “older workers” che si trovano senza lavoro, possano avere un posto e un supporto dove iniziare di nuovo a progettare. Un co-working dove sostenere la nascita di progetti, nuove sfide da affrontare con rinnovata curiosità e coraggio. Anche questa è un’impresa.

(*)  Intervista di  Aurelio De Laurentiis

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“Energie Pulite” nel lavoro e nell’impresa: intervista ad un imprenditore

E’ un po’ di tempo che non rivedevo Donato Pisciotta, uno dei soci fondatori di “Clean Energies”, da quando, nel 2007, la sua “Start up” muoveva i primi passi a seguito del progetto Skill Sinergy, lanciato dal compianto Luciano Penna e che vedeva impegnati diversi soci di ATDAL Over 40; l’obiettivo in quel caso era quello di contribuire (attraverso la formazione specifica e la creazione di un incubatore d’impresa) a fondare delle cooperative sociali che vedessero la partecipazione di soci Over 40 disoccupati e che avessero nelle loro ragioni sociali aspetti importanti per la collettività (quali ad esempio l’utilizzo di energie alternative).

L’impresa, che si occupa di servizi ed impianti nel settore delle energie rinnovabili, principalmente nel comparto residenziale (quello che riguarda le abitazioni civili), è nata come “cooperativa sociale” e si può capire quanto importante sia stato e continui ad essere il “fattore umano” nella collaborazione tra i diversi soci che si dividono i compiti; due di loro hanno la responsabilità delle attività “tecnologiche” che richiedono una estrazione tecnica (lo stesso Donato che è ingegnere e la sua compagna, un architetto) mentre un terzo socio è principalmente dedicato ad attività di tipo amministrativo / finanziario.

L’impresa assicura sia attività di consulenza e progettazione ad altre imprese e a clienti finali, sia la consegna d’impianti “chiavi in mano” avvalendosi anche di altri fornitori di beni e servizi. “Clean Energies” si trova ad affrontare un mercato diventato sempre più difficile e competitivo in quanto è venuto meno gran parte dell’apporto che davano al business gli incentivi statali per chi installava nuovi impianti; ora per essere competitivi è necessario uno sforzo ulteriore nello sviluppo commerciale basato sia su azioni di marketing specifiche, sia sul “passa parola”, sia su segnalazioni esterne, il che richiede la presenza di collaboratori con competenze “strutturate” per instaurare e seguire i rapporti commerciali con potenziali clienti finali.

A tal fine “Clean Energies” che già si avvale di alcune collaborazioni esterne, intende ricorrere ancora di più all’apporto di altri professionisti ed intermediari da remunerare in base a provvigioni. Pertanto Donato lancia l’appello ai nostri soci e lettori che volessero cimentarsi nel mondo delle “rinnovabili”, a visitare il sito http://www.cleanenergies.it e a contattarlo all’indirizzo di posta elettronica d.pisciotta@cleanenergies.it.

Qual è stata la motivazione principale che ti ha portato a creare una tua impresa?

 Ho lasciato il mio precedente lavoro come dipendente di una grande impresa a fine 2004, a 40 anni compiuti. L’azienda in cui lavoravo viveva una profonda trasformazione e molti a quel tempo fecero quella scelta; trascorso un anno sabatico decisi di guardarmi attorno per cercare di capire come sarei rientrato nel mondo del lavoro.

Non sapendo bene cosa fare, avevo cominciato a inviare dei curricula ad aziende dell’allora nascente settore delle “energie rinnovabili” perché pensavo che l’unica mia alternativa fosse di tornare a lavorare presso una grande azienda; diversi fattori resero però impossibile questo passo: se da un canto  mancavo della formazione specifica per entrarvi, dall’altro la mia età (allora non lo sapevo) mi rendeva poco appetibile al mercato del lavoro (o a quello che ne restava).

Ma non erano solamente fattori esterni ad incidere sulle mie scelte; infatti più passava il tempo più mi accorgevo che tornare ad essere “lavoratore dipendente” non faceva per me: fu così che smisi di cercare un lavoro “sicuro” che né mi si addiceva più, né era disponibile, e quindi pensai d’intraprendere una nuova attività d’impresa per mio conto.

 Quali sono le competenze precedentemente acquisite che ti sono state utili per la nuova attività?

Nella mia precedente esperienza “corporate” mi ero occupato del settore dell’energia e ne conoscevo i meccanismi ed il mercato. Questo mi dava la consapevolezza di come il mondo avesse bisogno di un forte cambiamento nella gestione energetica. Partendo da questa conoscenza e dalla mia preparazione  ingegneristica iniziai un percorso di formazione. Già nel corso del 2005 avevo cominciato a riprendere i libri in mano per rinfrescare le mie conoscenze tecniche ed avevo partecipato ad una serie di corsi di formazione sia sulla progettazione elettrica in generale ed in particolare sui temi specifici delle “energie rinnovabili” (solare termico e fotovoltaico, eolico, ecc.)

Quali, per quanto riguarda la tua attuale  esperienza, i fattori di successo della tua impresa : quali sono le cose che rifaresti e quali invece, le cose da migliorare ?

 Nella presente congiuntura economica “successo” è un termine da usare con molta cautela, dato che aziende di successo cinque o tre anni fa oggi soffrono di pesanti cali di fatturato.  Di sicuro è stato un successo scoprire che dopo una “morte” professionale ci può essere, come c’è stata, una rinascita. Considero pure un successo svolgere un’attività che, anche se con sofferti risultati economici, dà soddisfazione e voglia di fare. È chiaro che il passaggio da impiegato ad imprenditore non è semplice: sono due attività completamente diverse che richiedono di sviluppare qualità molto diverse e c’è un processo di apprendimento che inevitabilmente passa attraverso l’esperienza diretta, quindi di errori certamente ne sono stati fatti.

Inoltre nell’attuale congiuntura di mercato che dal 2012 con la fine degli incentivi da un lato e la pressante crisi economica dall’altro, ha visto ridursi il fatturato, oltre alle conoscenze specifiche del settore, diventa importante sviluppare capacità relazionali e promuovere il “networking”. Infatti se è vero che  complessivamente il trend di mercato nel settore delle “rinnovabili” resta in crescita, è altrettanto vero che trovare clienti è diventato più complicato.

C’è molto da fare, ad esempio in termini di  comunicazione e marketing, per far capire alla nostra potenziale clientela, le famiglie, sempre meno propense a spendere, i vantaggi economici e sociali di avere a disposizione un’energia pulita, economica e rinnovabile.

 Qual è stato il ruolo che ha avuto Atdal Over 40 nel  supportare la tua iniziativa?

ATDAL Over 40 è stata fondamentale nella nascita di “Clean Energies”. Nei primi mesi del 2006, nel pieno della ricerca di un nuovo sbocco professionale, mi imbattei in Skill Sinergy, un progetto che l’Associazione assieme ad altri partners stava sviluppando per favorire la creazione di impresa e l’autoimprenditorialità. Partecipai con una mia proposta e l’idea fu premiata, quindi a dicembre 2007 costituimmo l’impresa sotto forma di cooperativa con altri due soci.

Quali sono altre attività che l’Associazione potrebbe sviluppare per aiutare chi vuol fare impresa?  

 Credo che accanto alle attività di tipo istituzionale, che ATDAL Over 40  svolge per la difesa dei diritti dei lavoratori in età matura, sia importante incoraggiare e possibilmente strutturare una riflessione verso la creazione di impresa.

Per un giovane è importante, all’inizio della sua carriera lavorativa, entrare a far parte di una azienda strutturata in cui, oltre ad imparare un mestiere, si formi come adulto. Ma da una certa età in poi è fisiologico chiedersi, quando non si è obbligati dalle circostanze, se sia il caso di restare all’interno dell’azienda o non sia invece il momento di cambiare e cercare i propri spazi all’interno di una propria idea di impresa. Oggi inoltre il mondo del lavoro è diventato strutturalmente instabile e chi trova lavoro adesso sa che certamente lo cambierà più volte nel corso della sua vita professionale.

Fare impresa forse non è il desiderio di tutti e molti riescono ad esprimersi al meglio all’interno di una azienda strutturata più o meno grande, ma una associazione di persone “mature”, in tutti i sensi, come ATDAL Over 40 potrebbe sviluppare un percorso in cui stimolare una riflessione sui temi importanti per la creazione di impresa di successo: i capitali, le competenze, la compagine societaria, giusto per citarne alcuni.

 

 (*)  Intervista di  Aurelio De Laurentiis

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