L’invecchiamento: sfide e opportunità per la società di domani

Il 25 ed il 26 settembre 2019 a Rimini si è svolto il convegno “L’invecchiamento: sfide e opportunità per la società di domani” organizzato da Uneba (Unione Nazionale di Istituzioni  ed Iniziative di Assistenza sociale), al quale ha partecipato per noi il socio Dario Paoletti.

Quello che è emerso in modo chiaro è che l’invecchiamento attivo previene molte forme di disagio mentale e fisico. La solitudine uccide molto più delle patologie dovute all’anzianità, la vita buona è quella nella quale si costruisce un progetto per sé stessi che dura tutta la vita. Anche il pensionamento – se solo subìto – può essere causa di demotivazione, sofferenza e poi anche di malattie, fino ad arrivare al suicidio.Uneba1

Interessanti riflessioni sono state  fatte anche riguardo ai cambiamenti economici e sociali di questi ultimi anni. Airbnb ed Amazon stanno distruggendo la rete sociale e commerciale dei centri cittadini più  piccoli e gli anziani restano sempre più soli. Al contrario iniziative come il cohousing e i “Caffé Alzheimer” aiutano la socializzazione.

Di seguito riportiamo alcune fotografie e resoconti tratti dalla pagina del sito internet di Uneba dedicata al convegno:

“Non siamo qui per chiederci come siamo, ma per cercare risposte alle sfide del futuro”, ha spiegato Fabio Cavicchi, presidente di Uneba Emilia Romagna.  Le sfide per la società di domani – ha detto poi il presidente nazionale Uneba Franco Massi in riferimento al titolo del convegno – riguardano le istituzioni pubbliche; riguardano gli enti come quelli Uneba, che hanno bisogno ogni tanto di fermarsi e pensare al futuro; riguardano gli operatori, perché senza di loro che garantiscono la qualità del servizio, non si fa nulla. Le sfide, a livello territoriale, stanno nel costruire servizi sempre più in rete. Ed introdurre novità che meglio si adattino alle esigenze delle persone”.

“Noi enti dobbiamo essere capaci di intercettare i bisogni del territorio, anche quelli che restano inespressi, diversificando i servizi che offriamo”, ha sottolineato don Vincenzo Barbante , presidente della Fondazione Don Gnocchi. “Dobbiamo declinare la parola ‘cura’ secondo 4 prospettive: verso l’ospite; verso l’operatore, che non è solo strumento per il fine, ma anche protagonista di un percorso, e deve essere messo in condizione di poterlo fare; verso le famiglie; e verso i volontari”.

Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, ha sottolineato l’importanza della convivialità e dello stare insieme nel garantire una vita di qualità e salute, mentre al contrario la solitudine aumenta la mortalità e il rischio demenza. Ha poi evidenziato l’attenzione solidaristica con sviluppo di cohousing in varie forme, la riduzione del 30% negli ultimi 20 anni dei sucidi degli anziani. Ha concluso con un augurio al suo uditorio: “la relazione d’amore e il lavoro di assistenza siano una strada per ringiovanire i cuori inariditi”.Uneba2

“Accompagnare il passaggio – Al cuore del legame generazionale” è stato il titolo della relazione di Vittorio Cigoli, presidente della Scuola di Psicoterapia Integrata, coorganizzatore del convegno. “I momenti di passaggio – ha sottolineato Cigoli- sono tutti fonti di salute o al contrario di grave malattia: il passaggio che avviene all’entrata in un servizio (es l’ingresso in centro servizi per anziani) è cruciale. Serve un vero rito di passaggio per controbilanciare l’angoscia della perdita, perché  altrimenti gli effetti negativi ricadono anche sulle generazioni successive”.

Marco Del Riccio e Lorenzo Blandi hanno presentato il progetto “Virtual hospital, tra ospedale, territorio e casa: innovazione organizzativa e tecnologica attraverso nuovi percorsi di cura e di assistenza”.

Con la concretezza dei numeri Antonio Sebastiano dell’Osservatorio Rsa della Liuc ha dipinto un quadro non roseo: in cui, ad esempio, è destinato a diminuire il numero di caregiver informali (donne e uomini che si prendono cura dei loro genitori anziani, dei loro fratelli con disabilità…) E si rischiano situazioni di pesanti difficoltà delle famiglie nel sostenere le spese per la compartecipazione ai servizi, specie quelli residenziali.

“Dobbiamo garantire che si possa vivere più a lungo senza che la vecchiaia diventi un dramma, anziché un’opportunità. Dobbiamo estendere la quantità dei servizi che offriamo, perché i bisogni aumentano, ma senza abbassare la qualità”. Questo l’obbiettivo per la sanità e il sociosanitario del domani delineato dal presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ospite al convegno Uneba.  “Il pubblico in futuro potrà gestire di meno e controllare di più. E possiamo pensare di rivedere il sistema di accreditamento per garantire che la verifica non sia coercitiva, ma una misurazione della qualità, e che dove c’è qualità tu la vada a premiare”.

 

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