Il settimanale Gioia intervista alcuni soci Atdal

Il settimanale Gioia intervista alcuni soci Atdal

 

Sul numero di Gioia !uscito in edicola il 12 marzo 2015 Alessandra Di Pietro ha intervistato due soci di ATDAL Over 40.   Troverete qui l’articolo in

formato pdf.Abbiamo chiesto alla giornalista le Sue personali impressioni sulla nostra Associazione e su quello che le interviste raccontano della vita di famiglie in cui l’uomo perde il lavoro o non può contare su una stabile occupazione.

Qui di seguito le belle parole che ci ha dedicato, e che volentieri pubblichiamo.

Ho capito presto che ATDAL Over 40 era un posto speciale. La direttrice di Gioia! mi aveva chiesto di indagare un tema forte, ovvero se il lavoro di cura può essere una risorsa per gli uomini over 40 che perdono il lavoro. Voleva dire intervistare persone provate da un fatto grave – il licenziamento e l’assenza di una occupazione – su un tema carico di stereotipi, pregiudizi, spesso fonte di imbarazzo se non di conflitti con le compagne. In punta di penna scrivo una mail per spiegare al Presidente le mie intenzioni e dopo 24 ore ricevo un sì corredato da un breve ma intenso dibattito avvenuto tra i soci dove veniva valutata la necessità di dialogare con i giornali  ma anche la mia professionalità, le donne segnalavano come il tema fosse interessante anche per loro e gli uomini si accordavano. Un inchino: di rado incontro tanta cura nei rapporti con i media e per me chi risponde con serietà merita tutta la mia stima e attenzione. Sento Claudia dei corsi Labirintus che mi anticipa la difficoltà generale di discutere il mio tema ma aggiunge, uomini open minded l’hanno fatto e quando è avvenuto è stato un sollievo e un vantaggio per tutti. Lei mi segnala Minello Giorgetti che intervisto subito: intelligente, sensibile, capace di superare i limiti di un’educazione improntata sugli stereotipi di genere in nome dell’armonia familiare ma anche delle necessità di essere un esempio evolutivo per i figli, capace di mettersi in gioco e di scherzare: “E’ drammatico ma se ci metti testa per uscirne vivo, ci riesci. Vado ai colloqui scolastici per i figli, faccio la spesa, sono bravissimo a fare il domestico, stirare mai, ma ho addomesticato la lavatrice. Lo faccio con allegria per me e i miei ragazzi, non mi vedranno mai ciabattare per casa. Perdere il lavoro è un lutto di cui nessuno, per imbarazzo ti conforta, ma se subisci questo pregiudizio inizi a morire. Invece io rilancio. Ad esempio, ho smesso di fumare e così’ sostengo il budget dei miei libri. È l’arte di vivere con la speranza non tanto di trovare un lavoro, ma di mettercela tutta perché succeda qualcosa di positivo, da giocatore rugbista so che posso sempre fare meta”. (da Gioia!). La seconda intervista è Dario Paoletti, 59 anni, un uomo con una straordinaria capacità di reinventarsi – da informatico a coach -, una lucida analisi del mercato del lavoro – “La crisi non è un passaggio, ma lo stato strutturale delle cose, zero lamenti, no immobilismo, sì alla responsabilizzazione” – e di sé stesso: “La famiglia è una squadra e se volevo farne parte dovevo imparare a giocare il mio ruolo, litigi  compresi”. Alla fine mentre scrivevo ho realizzato che voi siete me, le persone che per scelta o destino hanno avuto lavori precari o a tempo, occupazioni che sono crollate sotto la crisi e altre inventate per passione, siete, siamo un’avanguardia che lotta in una società immobilizzata da blocchi di potere che per mantenersi rifiutano di guardare come oggi il mercato sia cambiato: serve un reddito di cittadinanza, un welfare legato alla persona e non al posto di lavoro, una formazione continua. Noi ci crediamo e sono sicura siamo seduti sulla sedia della ragione anche se al momento sembriamo dalla parte del torto. W noi, allora, allergici ai lamenti, con le sinapsi sempre vive e si spera anche allegre – ogni volta che è possibile. Spero di incontrarvi presto, grazie

Alessandra Di Pietro                                     http://alessandradipietro.it

 Commenti

“Gentile Alessandra, le scrivo dopo avere letto il suo servizio apparso su “Gioia”. Sono tredici anni che mi occupo della condizione dei disoccupati over40, lo faccio perché anche io persi il lavoro nel 1999 a 51 anni di età e continuo a farlo ancora oggi che di anni ne ho 67 e, pur essendo in pensione dal 2004, continuo a ritenere scandaloso il fatto che in questo Paese centinaia di migliaia di cittadini che hanno perso il lavoro in età matura siano stati ignorati dalla politica e dalle Istituzioni.  Centinaia di migliaia di desaparecidos costretti a sperare nell’unica possibilità di approdo ad una pensione che riforma dopo riforma continua ad allontanarsi nel tempo. In tutti questi anni ho avuto modo di partecipare a decine di trasmissioni televisive o di essere intervistato da una quantità di giornalisti e, credo lei possa capire, ho maturato un certo livello di cinismo misto a rassegnazione rispetto al mondo dei media. Poi ho letto il suo ottimo articolo. Non posso che complimentarmi con lei. Dire che lei è una mosca rara sarebbe sbagliato e ingiusto nei confronti di altri giornalisti (pochi) con i quali ho avuto modo di collaborare e di sviluppare anche dei veri rapporti di amicizia. Di certo mi sento di poter dire che una professione quale quella del giornalista, che io ritengo tra le più belle e stimolanti se interpretata con passione e onestà intellettuale, ha ancora ragion d’essere se può avvalersi di persone con la sua sensibilità. Non mi resta che ringraziarla e augurarle buon lavoro.”

“Ringrazio doppiamente  la giornalista Di Pietro, primo per quanto scritto su di  noi come Associazione; secondo per la semplicità e l’efficacia delle parole che ha usato per spiegare e sostenere le nostre idee ed il nostro operato. Parole semplici che sono arrivate dritte nel segno !”

“Volevo condividere con tutti il mio grande apprezzamento per il contributo dato dalla giornalista Alessandra Di Pietro e riportato sulla NL n. 27. Devo dire che mi ha commosso e che se noi avessimo sempre la stessa attenzione dai media, la nostra lotta sarebbe ben più efficace. E’ andata al cuore del problema con poche parole e ha saputo tratteggiare e valorizzare con estrema sensibilità le persone che ha intervistato. Le faccio i miei complimenti e credo che sia un contatto dell’associazione da coltivare con estrema cura.”

“Alessandra Di Pietro ha saputo bilanciare nell’intervista gli aspetti positivi e negativi della condizione del padre over 40 disoccupato o precario, dandone una rappresentazione rispettosa anche di chi si trova da molti anni ormai in situazioni di estremo disagio sul piano personale, familiare, economico e sociale. Inoltre, ha dato adeguata evidenza alla nostra Associazione ed ai progetti in corso (come ad esempio Labirintus) e dato sostegno alle nostre rivendicazioni, prima tra tutte quella di un reddito minimo garantito.”

 

 

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Labirintus Hub: creare impresa insieme

Labirintus Hub: creare impresa insieme

Il primo laboratorio per la condivisione di idee d’impresasi terrà venerdì 20 marzo dalle ore 9.00 alle 13.00 presso la Fondazione Di Liegro Via Ostiense 106.

Sono invitati a partecipare al primo laboratorio delle idee d’impresa di LabHub, l’Hub di Labirintus nato per stimolare la creazione di start-up  coloro che:

  • Hanno una buona idea ma non sanno come realizzarla
  • Hanno delle competenze e non sanno se possono essere utili
  • Hanno voglia di reinventarsi ma  non hanno gli stimoli
  • Hanno uno spazio e non sanno come utilizzarlo

 

Il laboratorio nasce per far incontrare i partecipanti di Labirintus, ispirandosi al modello MIND (Mettiamo insieme i nostri destini) Imprenditoria e Sociale uniti con l’obiettivo di fare impresa e creare lavoro partendo dal basso.

Il progetto MIND  (http://www.mindilprogetto.org/), nato a  Desio (MI), è un processo di innovazione sociale pensato in tre fasi:

  1. Co-generazione di idee progettuali
  2. Creazione di un partenariato diffuso a supporto della concretizzazione delle idee
  3. Supporto e sostegno delle idee che hanno reali prospettive di sostenibilità .

LabHub si occupa della prima fase e getta le premesse per il proseguimento delle fasi successive  promuovendo l’iniziativa in sinergia con organizzazioni private ed enti pubblici. 

Se sei interessato ti chiediamo la cortesia di compilare la scheda qui, se non hai idee, riempi la parte sulle competenze o sulle risorse disponibili, sarà così più facile lavorare in gruppo.

Per motivi organizzativi ti chiediamo di dare la conferma della presenza scrivendo una mail a infolazio@atdal.it  entro e non oltre il 13 marzo.

Grazie per l’attenzione, Vi aspettiamo!

 

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Lettera di Luciano Gallino al presidente dell’INPS

Pubblichiamo la lettera del Prof. Luciano Gallino al Presidente INPS, uscita sul “La Repubblica” il 13 febbraio 2015

Caro professor Boeri, mi permetto di richiamare la sua attenzione sul fatto che l’informazione riguardo alle pensioni è in gran parte incompleta, fuorviante o addirittura falsa. È superfluo ricordare che qualunque informazione venga diffusa in merito alla previdenza pubblica tocca milioni di persone che sperano di arrivare quanto prima a percepire una pensione, e altri milioni che una pensione già riscuotono…per il testo completo  cliccate qui- lettera di Gallino a Boeri

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“Raccontiamo canzoni”

ATDAL Over 40 segnala la pubblicazione di un libro che narra la storia della  DGA BAND di cui fa parte Aurelio  de Laurentiis, uno dei nostri soci più attivi, che è stato anche Presidente dell’Associazione dal 2008 al 2010.

In genere gli autori e gli interpreti musicali si “raccontano” pubblicando dischi, video e concerti, mentre i “song-book” e le biografie sono riservate alle grandi star della scena musicale, di cui gli appassionati sanno già quasi tutto; in questo caso si cerca di scavare nelle vite private, mettendo sullo sfondo la componente artistico –musicale, che fa da cornice al pettegolezzo. Ma sotto la punta dell’iceberg ci sono tantissime “band”, autori, musicisti e cantanti sconosciuti al grande pubblico, animati da una grande passione e dedizione per la musica che hanno storie interessanti da raccontare e divertenti da ascoltare proprio perché basate sulla vita reale. Così la DGA-Band, protagonista della scena rock della Capitale tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, che dopo una pausa trentennale ha ripreso a calcare le scene, si presenta con un libro “Raccontiamo canzoni” Faligi Editore, 124 pagine € 10. che ripercorre la storia del gruppo musicale e che insieme ai testi racconta le origini e l’ispirazione dei singoli brani.

 Testi scritti o ispirati alla migliore tradizione del “Cyber Punk” che, nei primi anni ottanta, tratteggiava un futuro a tinte fosche dove sarebbero prevalse società autoritarie o catastrofi ambientali o strani connubi tra uomini e macchine (futuro che in alcuni casi si è avverato nei suoi aspetti peggiori), o invettive di satira sociale ispirate al rock dadaista e demenziale dell’epoca, rivisitate con lo spirito smaliziato del secondo millennio. Un affresco che non è solo il “song-book” di un gruppo, ma un viaggio attraverso le canzoni nelle ansie e dei sogni di una generazione.

 Il racconto parte dagli anni settanta quando, tra un’occupazione scolastica e una manifestazione dell’”autonomia”, una delle attività giovanili preferite era quella di “mettere su” una “rock-band”; a quei tempi non esisteva Internet, non c’erano “smart-phone” e altre estensioni elettroniche, la circolazione delle notizie era  orale e, come ai tempi dei cantastorie, si valutavano le rock band giovanili sulla base dei racconti degli amici e dei rari concerti che si organizzavano all’epoca, a qualche brano ascoltato sulle radio locali e a qualche intervista sulle “fanzines” (giornalini autoprodotti).

 A distanza di circa 30 anni quando si affacciava già la seconda decade del secondo millennio, e nel pieno dell’era digitale i vecchi amici e compagni di scuola già si rincontravano attraverso i social network, gli ex membri della band si ritrovano in modo “analogico” come i loro brani concepiti e suonati e registrati tradizionalmente. Un incontro casuale durante un sabato sera, un breve racconto delle rispettive storie e dopo qualche giorno erano di nuovo in sala a suonare “cover” e vecchi brani. Ritrovato lo spirito e la verve originaria arriva un repertorio di nuovi brani da affiancare ai “vecchi successi”, le prime registrazioni in studio e i primi concerti in alcuni locale Capitale, tra i quali il Boogie Club, Spazio Ebbro, ed altri, con un seguito crescente di fedelissimi “fans”.

Brani che adesso si possono ascoltare in concerto o scaricare dal sito www.dga-band.it  o da Youtube e rivivere a casa nelle storie di questi “eterni ragazzi” attraverso questo “libretto” che si può prenotare e acquistare alla Libreria del Sole ( su facebook – tel. 06 5081968) o direttamente dalla Band nelle presentazioni e nei concerti in programma a Roma in questo mese e in quelli successivi; Lettere Caffè sabato 21 febbraio ore 22 via San Francesco in Ripa, 100 (Roma – Trastevere), Libreria del Sole, venerdì 27 febbraio ore 20,30 viale dei Caduti Nella Guerra di Liberazione, 470, (Roma-Spinaceto)  e Boogie Club, domenica 8 marzo ore 21,30 via Astolfi 65 (Roma- Portuense). A tutti voi buona lettura e…. buon ascolto!   L’introduzione all’articolo Raccontiamo canzoni” é riportata anche su OverTheDoors.it.

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Quale è stato il principale fattore scatenante della crisi nell’Eurozona?

Nella relazione di Vítor Constâncio vice presidente della Banca Centrale Europea,  presentata alla conferenza su “La crisi nella zona euro” (tenutasi ad Atene nel maggio 2013)  vengono smentite le tesi che sostengono che la crisi è dovuta ai deficit di bilancio dei vari Stati e indica nella finanza i veri responsabili.

Troverete qui l’intervento originale in inglese

Troverete qui la traduzione in italiano   presa dal sito www.rischiocalcolato.it, blog di economia e politica.

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Jobs Act: Tutele crescenti chi le ha viste?

In allegato troverete l’articolo pubblicato recentemente dal Corriere della Sera,  dell’Avv. Mario Fezzi che analizza il Jobs Act con particolare riferimento al tema delle presunte tutele crescenti.

Articolo di Mario Fezzi su Jobs Act

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