RICORSO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA- Risposta UE

La UE ha inviato (dicembre 2015) una lettera al capofila della nostra (ATDAL) denuncia in tema di pensioni, denuncia avviata nel 2013.
Qui trovate la lettera ricevuta dalla UE nella quale ci informano dell’apertura di un procedimento di infrazione nel riguardi dell’Italia. Purtroppo, come già nelle precedenti comunicazioni, la nostra denuncia è stata notevolmente ridimensionata. Noi ponevamo il problema della discriminazione generale che, grazie alle riforme previdenziali approvate in Italia (in particolare la Riforma Fornero), negavano l’accesso alla pensione a lavoratori privati del lavoro in prossimità della maturazione del diritto. Tutto questo mentre altri lavoratori avevano potuto accedere alla pensione grazie ad accordi derivanti da crisi aziendali con relativa espulsione di molti dipendenti. Inoltre nella nostra denuncia si parlava della discriminazione nelle offerte di lavoro, un aspetto che, per quanto da noi ampiamente documentato, non è stato assolutamente considerato da parte dell’UE. In definitiva, l’unico punto sul quale l’UE ha concentrato la sua attenzione e aperto la procedura di infrazione riguarda il trattamento discriminante nell’accesso alla pensione delle donne rispetto agli uomini. Si può dire che la burocrazia europea ha partorito il solito topolino, di fronte ad una denuncia dai contenuti molto ampi e riguardante centinaia di migliaia di cittadini italiani ha estrapolato un punto molto limitato circoscritto. Forse era difficile credere in una iniziativa più radicale se si pensa che le riforme previdenziali nel nostro paese sono anche derivate dalle continue pressioni fatte dalla Commissione Europea del tutto indifferente rispetto ai danni collaterali che tali riforme hanno prodotto lasciando molti cittadini disoccupati del tutto privi di reddito e impossibilitati a ricollocarsi in ragione dell’età.

 

Trovate qui i documenti e gli articoli correlati e pubblicati nel sito :

Atto di denuncia

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PRESENTATO RICORSO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

 

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Risposta di Rinaldi alla proposta Boeri

INPSLa recente “sparata” del Presidente Inps Tito Boeri definita “non per tagli ma per equità” apre l’ennesimo scontro tra varie componenti della nostra società. Bisogna dire che questa di Boeri non è la prima e non sarà neppure l’ultima sparata da parte di un personaggio il cui compito dovrebbe essere quello di gestore tecnico dell’Istituto Nazionale di Previdenza ma che, al contrario, gioca a fare il Ministro del Lavoro invadendo uno spazio che nulla ha di tecnico mentre ha molto di politico.

Il presidente del Consiglio e il Ministro del Lavoro Poletti (comprensibilmente infastidito dall’invasione di campo) hanno rispedito al mittente la proposta di Boeri ma questo non serve a tranquillizzare chi vede in quella proposta un nuovo attacco sul fronte delle pensioni. D’altra parte se Boeri è stato designato alla Presidenza dell’INPS direttamente da Renzi qualche motivo di preoccupazione non può non esserci.

Ma, prima di entrare nel merito degli elementi principali della proposta, vale la pena di evidenziare che, ancora una volta, la scelta di Boeri, già usata negli ultimi 20 anni da coloro che hanno governato il paese, punti a creare una spaccatura tra i cittadini, lavoratori, disoccupati, individuando una fascia sociale da esporre alla pubblica riprovazione per poterla indebolire e colpire senza trovare troppe resistenze.

In passato si sono colpevolizzati i padri egoisti arroccati a difesa delle proprie pensioni e non curanti del futuro dei figli: in questo modo si è devastato il sistema previdenziale negando il diritto alla pensione a centinaia di migliaia di lavoratori, spesso disoccupati over40, 50, 60, ecc., privati di ogni diritto ad un reddito.

E’ stato così sul fronte dei diritti dei lavoratori con un attacco ai “garantiti” con contratti a tempo indeterminato indicati come privilegiati nei confronti dei precari giovani e meno giovani: risultato, nessuno è più garantito, demolito l’art. 18, negati molti diritti per chi lavora e possibilità di licenziamento per tutti.

Ma si potrebbe parlare della campagna contro le donne “privilegiate” perché andavano in pensione prima degli uomini, dei dipendenti pubblici “privilegiati” nei confronti dei dipendenti privati, ecc., ecc.

E’ una logica vecchia come il mondo basata sul concetto del dividere al fine di imperare.

Eppure sono tanti, tantissimi che continuano a cadere nella trappola.

La proposta Boeri, che punta a ridurre le pensioni per alcune fasce di pensionati per trovare le risorse per istituire una misera forma di reddito di cittadinanza, ha addirittura dato vita ad una raccolta di firme su di una petizione alla quale scopriamo aver aderito persino una associazione il cui Presidente, da sempre, sia in ambito nazionale che nei circuiti europei nei quali ci troviamo periodicamente, si è sempre decisamente e convintamente espresso contro l’idea stessa del reddito di cittadinanza.

Un’idea per la quale da anni Atdal Over40 è impegnata in prima linea.

Facciamo fatica a rallegrarci per questa conversione sulla via di Damasco, seppur tardiva e fuori luogo, di parte di un personaggio che ha storicamente sostenuto le riforme del mercato del lavoro nella direzione della precarietà e si è sempre dimostrato molto tiepido di fronte alle riforme che hanno massacrato il nostro sistema previdenziale.

Ma la responsabilità più grave di queste discesa in campo a sostengo di Boeri, per l’appunto irresponsabile, sta nella spaccatura che la stessa produce all’interno del fronte di chi cerca di difendere gli interessi dei lavoratori, dei disoccupati, dei più deboli. In definitiva siamo di fronte a scelte che portano acqua al mulino di chi vuole dividerci per meglio colpirci, una categoria dopo l’altra.

E proviamo a entrare nel merito della proposta Boeri che i media ci presentano come un attacco ai VITALIZI ED AI PRIVILEGI.

Quando parliamo di Vitalizi e Privilegi, di norma, tutti noi pensiamo agli odiosi trattamenti dei politici, dei boiardi di Stato, di coloro che accumulano pensioni faraoniche per le quali, spesso, hanno versato contributi irrisori.

Dunque Boeri vuole andare nella direzione di togliere questi privilegi che tutti noi comuni cittadini consideriamo iniqui ?

Diciamo le cose come stanno: i Vitalizi e i Privilegi dei profittatori di turno rappresentano semplicemente lo “specchietto per le allodole” per il semplice motivo che andando, seppur giustamente, a colpire questa categoria che comprende poche migliaia di individui, si ricaverebbero ben poche risorse rispetto all’obiettivo dichiarato di ricavare i fondi necessari all’istituzione di una forma di reddito di cittadinanza.

Il vero obiettivo sono invece alcune centinaia di migliaia di pensionati che hanno lavorato una vita e versato decenni di salatissimi contributi previdenziali. Pensionati che non hanno rubato nulla ma si sono costruiti la loro pensione pagando profumatamente quello che le leggi dello Stato gli imponevano.

Boeri costruisce una favola secondo la quale chi è andato in pensione con il retributivo percepisce, durante la vita da pensionato, molto di più di quanto avrebbe versato. Questa favola è smentita da documenti ufficiali dell’INPS che dimostrano che molti percettori di pensioni superiori a 3000 euro lordi mensili, nel caso si dovesse ricalcolare la loro pensione con il contributivo, verrebbero ad avere una pensione maggiorata rispetto all’attuale. In realtà le uniche pensioni che, ricalcolate con il contributivo, verrebbero ad avere una decurtazione sono quelle medio basse, sotto i 2000 euro lordi.

Difficile contrastare le campagne mediatiche che accompagnano regolarmente queste operazioni mirate, difficile soprattutto in un paese dove tutti ci sentiamo “allenatori della Nazionale” e amiamo dissertare su tutto, anche su quello di cui poco sappiamo.

Come già detto, noi siamo fortemente, non da oggi ma da sempre, a favore della istituzione di una forma di reddito di cittadinanza anche nel nostro paese, in linea con quanto avviene in tutti i paesi europei.

Un reddito di cittadinanza vero non la miseria prevista da Tito Boeri e finanziata a danni di altri.

Ma come trovare le risorse ? Bene, ecco alcune ricette:

  1. eliminazione totale della cassa integrazione, della mobilità e di ogni forma di sostegno “storico” alle aziende che dichiarano lo stato di crisi e, incassati i contributi pubblici, se ne vanno a produrre in Cina o altrove. Tu azienda vuoi un aiuto pubblico ? Io Stato te lo do a fronte di una fidejussione di valore almeno doppio che io Stato incasserò se tu decidi di spostare le produzioni all’estero prima di 10 anni.
  2. scorporare dal Bilancio INPS la voce relativa all’assistenza che deve, come in tutti i paesi civili, confluire sotto la voce della fiscalità generale.
  3. Lotta all’evasione fiscale e contributiva. In alcune Regioni, cito la Calabria ma la situazione non è diversa in Piemonte o in Liguria, per ogni 100 euro che l’INPS eroga in prestazioni pensionistiche ne incassa meno della metà a testimoniare che esiste un livello di evasione contributiva (e conseguentemente fiscale) semplicemente spaventosa. Una seria lotta all’evasione fiscale si fa con controlli adeguati e adottando il metodo USA, con la GALERA, ma quella vera, certa, garantita, senza domiciliari e amnistie. Nessuno chiede per gli evasori l’ergastolo o i decenni di carcerazione previsti negli USA ma un po’ di evasori per qualche periodo dietro le sbarre aiutano ad educare al rispetto delle leggi quelli che stanno ancora fuori. A proposito, le stime confermano che l’evasione fiscale in Itali ammonta a 180 miliardi di euro (dati 2013), basterebbe recuperarne un 30% per avere tutti i fondi necessari per un significativo reddito di cittadinanza.
  4. Lotta alla corruzione. Limitandoci al settore di cui ci occupiamo, decine di milioni di euro sono stanziati ogni anno per programmi e progetti di ricollocazione che non servono a ricollocare nessun disoccupato ma ingrassano i corsifici e le migliaia di imprese che prosperano sulle disgrazie di chi è senza lavoro. Quei soldi, usati per sostenere la sopravvivenza di chi è senza lavoro, aiuterebbero queste persone a cercare una occupazione senza l’assillo di come tirare avanti.

Mi fermo qui ben cosciente che le scelte andranno in altra direzione perché nel nostro Paese, così come in altre parti d’Europa, l’obiettivo da colpire è lo Stato Sociale, il Welfare, in nome di quella austerità che, a parole, tutti condannano ma, nei fatti, nessuno intende realmente difendere. Le chiacchiere non servono di fronte allo strapotere della finanza e dei centri di potere speculativi. Sarebbe però importante che almeno tutti noi, le vittime delle scelte scellerate che non risolvono ma aggravano la crisi, sapessimo essere uniti nella difesa dei nostri interessi e dei nostri diritti.

 

Armando Rinaldi

Fondatore di Atdal Over40

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Grande successo di Labirintus formazione per disoccupati

Grande interesse di pubblico al convegno sulla grande emergenza della disoccupazione

GIOVEDI 16 LUGLIO ORE 17.30 Via Ostiense 106 convegnolabirintus

Nel corso del convegno sono stati presentati i risultati del progetto LABIRINTUS a partire dal 2013 ad oggi

Sono intervenuti: Aurelio DE LAURENTIIS, Esperto mercato del lavoro; Salvatore PIRRONE, Direttore Generale politiche attive del lavoro – Ministero del Lavoro; On.le David SASSOLI, Vice Presidente Parlamento Europeo; Rita VISINI, Assessore Politiche Sociali e Sport Regione Lazio. Moderatore: Sergio BONETTI

Scarica qui i documenti del convegno: Invito Rapporto Presentazioni ed il comunicato stampa.

Scarica qui i video del convegno:

Filmato integrale (78 minuti)

Sintesi del progetto Labirintus (7 minuti)

Nessun male sociale può superare la frustrazione e la disgregazione che la disoccupazione arreca alle collettività umane”   Federico Caffè, dagli “Scritti quotidiani”


 

Altre notizie

A fine gennaio 2015 con la prima edizione di “CineLab” è terminata la prima sessione di Labirintus,progetto rivolto a persone disoccupate o inoccupate over 40 organizzato dalla Fondazione Di Liegro,col contributo dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Lazio.

L’incontro ha coinvolto vecchi e nuovi componenti del progetto, che tra popcorn e biscotti hanno commentato e analizzatoin una nuova chiave interpretativa il film “La spada nella roccia”.

Ricchi spunti di confronto e di visione alternativa, proprio a conclusione di un percorso intenso e a volte faticoso. Vediamo in dettaglio, con un po’ di numeri.Hanno partecipato 24 persone, 8 incontri tra novembre edicembre 2014, con incontri di orientamento individuale a gennaio 2015. La struttura del progettoprevede tre incontri iniziali legati al lavoro sulla propria autostima e motivazione professionale.

La perdita del lavoro, soprattutto per un over 40 con una situazione stabile e consolidata nel tempo,genera prima incredulità e poi rabbia e frustrazione. In queste fasi che possono portare alla depressione si perdono le proprie certezze e viene attaccata pesantemente la propria stima personale.

Gli incontri iniziali condotti da psicologi, servono a vincere alcune forti resistenze a mettersi di nuovo sul mercato lavorativo e provare a leggere la realtà con chiavi diverse e più oggettive. Questa fase è propedeutica al lavoro successivo, condotto da esperti della selezione e del lavoro, dove vengono analizzate le proprie competenze e soprattutto valorizzate tutte le esperienze passate che necessariamente non sono state fonti di reddito. Ottimizzare gli strumenti per la ricerca del lavoro o per la creazione di un impresa.

La riflessione motivante e al tempo stesso deludente, è che nell’aula si forma un’energia molto positiva, creativa e motivante. Tante persone ricche di talenti personali, spesso non riconosciuti da gli altri ma prima di tutto da sé.

Commenti dei partecipanti al termine del percorso: “Mi sono rimessa in discussione”, “Ho capito che so fare molte più cose di quelle che pensavo”, “Mandavo troppi curriculum, adesso ho capito cosa fare”, “Il mio punto debole è il colloquio”, “Grazie per le informazioni utili a mettere in piedi il mio progetto”, “Ero nella nebbia, adesso ho capito quale strada seguire”…

Gli incontri hanno promosso lo scambio e la creazione di una “rete inclusiva”. La solitudine e’ il peggior male di un inoccupato, aver favorito la partecipazione e la collaborazione quindi per molti e stato il punto più apprezzato del percorso. Dalla fine degli incontri alcuni partecipanti hanno già trovato lavoro, un piccolo numero sul totale, ma insieme ad alcuni colloqui fatti (dopo lunghi periodi di inattività ) può darci ancora più motivazione a continuare a operare con lo stesso spirito e con le stesse modalità. Al momento 20 persone stanno frequentando la seconda classe, tante storie e tante battaglie vinte nella vita e quindi non ci rimane che augurare anche a loro la vittoria di una in più!

(a cura di Claudia Messeri)

ISCRIZIONI LABIRINTUS

Il 10 ottobre scorso si sono chiuse le iscrizioni all’edizione 2014-15 del Progetto Labirintus, realizzato anche quest’anno dalla Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro ONLUS con il contributo dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Lazio ed in collaborazione con ATDAL Over 40..

Il progetto è rivolto a 85 beneficiari over 40, disoccupati o in cerca di prima occupazione, e preved

e le seguenti azioni:

  1. organizzazione di incontri e seminari di orientamento e sostegno psicologico della durata di 32 ore (8 incontri da 4 ore ciascuno), articolati attorno a temi come il mestiere di trovare lavoro, l’autostima come presupposto per il reinserimento lavorativo, strumenti e modalità per lo sviluppo dell’auto-imprenditorialità;
  2.  attivazione di un “Punto di Contatto e Orientamento” per integrare il lavoro dei seminari e per supportare i partecipanti al progetto nella elaborazione di piani di lavoro individuali, finalizzati a una più efficace ricerca e creazione di lavoro;
  3.  concessione a favore dei destinatari di misure di sostegno al reddito di tipo occasionale ed emergenziale.

OBIETTIVI DEL PROGETTO:

  • contrastare le povertà personali e della famiglia generatesi in particolare da eventi di perdita del lavoro e disoccupazione
  • dare ampia visibilità alle professionalità e alle esperienze delle persone senza occupazione con età superiore a 40 anni
  •  accelerare e facilitare l’uscita dallo stato di indigenza, grazie all’utilizzo di reti sociali solidali e di incontri di orientamento che favoriscano la reintroduzione virtuosa nelle dinamiche del mercato del lavoro.

REQUISITI PER PARTECIPARE AL PROGETTO:

  • essere iscritto alle liste di collocamento al Centro per l’Impiego;
  • avere compiuto i quarant’anni di età alla data di scadenza dell’avviso (10 ottobre 2014)
  • essere residente a Roma o nella Provincia di Roma alla data di presentazione della domanda
  • essere inoccupato o disoccupato alla data di presentazione della domanda
  • non essere percettore di indennità di sostegno al reddito
  • non essere inserito in piani di riqualificazione aziendale
  • godere dei diritti civili e politici
  • essere cittadino di Stato appartenente all’Unione Europea o cittadino extracomunitario regolarmente soggiornante nel territorio dello Stato Italiano
  • possedere una adeguata conoscenza della lingua italiana, scritta e parlata
  • essere almeno in possesso del diploma di istruzione secondaria di primo grado (scuola media inferiore).

 

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Il settimanale Gioia intervista alcuni soci Atdal

Il settimanale Gioia intervista alcuni soci Atdal

 

Sul numero di Gioia !uscito in edicola il 12 marzo 2015 Alessandra Di Pietro ha intervistato due soci di ATDAL Over 40.   Troverete qui l’articolo in

formato pdf.Abbiamo chiesto alla giornalista le Sue personali impressioni sulla nostra Associazione e su quello che le interviste raccontano della vita di famiglie in cui l’uomo perde il lavoro o non può contare su una stabile occupazione.

Qui di seguito le belle parole che ci ha dedicato, e che volentieri pubblichiamo.

Ho capito presto che ATDAL Over 40 era un posto speciale. La direttrice di Gioia! mi aveva chiesto di indagare un tema forte, ovvero se il lavoro di cura può essere una risorsa per gli uomini over 40 che perdono il lavoro. Voleva dire intervistare persone provate da un fatto grave – il licenziamento e l’assenza di una occupazione – su un tema carico di stereotipi, pregiudizi, spesso fonte di imbarazzo se non di conflitti con le compagne. In punta di penna scrivo una mail per spiegare al Presidente le mie intenzioni e dopo 24 ore ricevo un sì corredato da un breve ma intenso dibattito avvenuto tra i soci dove veniva valutata la necessità di dialogare con i giornali  ma anche la mia professionalità, le donne segnalavano come il tema fosse interessante anche per loro e gli uomini si accordavano. Un inchino: di rado incontro tanta cura nei rapporti con i media e per me chi risponde con serietà merita tutta la mia stima e attenzione. Sento Claudia dei corsi Labirintus che mi anticipa la difficoltà generale di discutere il mio tema ma aggiunge, uomini open minded l’hanno fatto e quando è avvenuto è stato un sollievo e un vantaggio per tutti. Lei mi segnala Minello Giorgetti che intervisto subito: intelligente, sensibile, capace di superare i limiti di un’educazione improntata sugli stereotipi di genere in nome dell’armonia familiare ma anche delle necessità di essere un esempio evolutivo per i figli, capace di mettersi in gioco e di scherzare: “E’ drammatico ma se ci metti testa per uscirne vivo, ci riesci. Vado ai colloqui scolastici per i figli, faccio la spesa, sono bravissimo a fare il domestico, stirare mai, ma ho addomesticato la lavatrice. Lo faccio con allegria per me e i miei ragazzi, non mi vedranno mai ciabattare per casa. Perdere il lavoro è un lutto di cui nessuno, per imbarazzo ti conforta, ma se subisci questo pregiudizio inizi a morire. Invece io rilancio. Ad esempio, ho smesso di fumare e così’ sostengo il budget dei miei libri. È l’arte di vivere con la speranza non tanto di trovare un lavoro, ma di mettercela tutta perché succeda qualcosa di positivo, da giocatore rugbista so che posso sempre fare meta”. (da Gioia!). La seconda intervista è Dario Paoletti, 59 anni, un uomo con una straordinaria capacità di reinventarsi – da informatico a coach -, una lucida analisi del mercato del lavoro – “La crisi non è un passaggio, ma lo stato strutturale delle cose, zero lamenti, no immobilismo, sì alla responsabilizzazione” – e di sé stesso: “La famiglia è una squadra e se volevo farne parte dovevo imparare a giocare il mio ruolo, litigi  compresi”. Alla fine mentre scrivevo ho realizzato che voi siete me, le persone che per scelta o destino hanno avuto lavori precari o a tempo, occupazioni che sono crollate sotto la crisi e altre inventate per passione, siete, siamo un’avanguardia che lotta in una società immobilizzata da blocchi di potere che per mantenersi rifiutano di guardare come oggi il mercato sia cambiato: serve un reddito di cittadinanza, un welfare legato alla persona e non al posto di lavoro, una formazione continua. Noi ci crediamo e sono sicura siamo seduti sulla sedia della ragione anche se al momento sembriamo dalla parte del torto. W noi, allora, allergici ai lamenti, con le sinapsi sempre vive e si spera anche allegre – ogni volta che è possibile. Spero di incontrarvi presto, grazie

Alessandra Di Pietro                                     http://alessandradipietro.it

 Commenti

“Gentile Alessandra, le scrivo dopo avere letto il suo servizio apparso su “Gioia”. Sono tredici anni che mi occupo della condizione dei disoccupati over40, lo faccio perché anche io persi il lavoro nel 1999 a 51 anni di età e continuo a farlo ancora oggi che di anni ne ho 67 e, pur essendo in pensione dal 2004, continuo a ritenere scandaloso il fatto che in questo Paese centinaia di migliaia di cittadini che hanno perso il lavoro in età matura siano stati ignorati dalla politica e dalle Istituzioni.  Centinaia di migliaia di desaparecidos costretti a sperare nell’unica possibilità di approdo ad una pensione che riforma dopo riforma continua ad allontanarsi nel tempo. In tutti questi anni ho avuto modo di partecipare a decine di trasmissioni televisive o di essere intervistato da una quantità di giornalisti e, credo lei possa capire, ho maturato un certo livello di cinismo misto a rassegnazione rispetto al mondo dei media. Poi ho letto il suo ottimo articolo. Non posso che complimentarmi con lei. Dire che lei è una mosca rara sarebbe sbagliato e ingiusto nei confronti di altri giornalisti (pochi) con i quali ho avuto modo di collaborare e di sviluppare anche dei veri rapporti di amicizia. Di certo mi sento di poter dire che una professione quale quella del giornalista, che io ritengo tra le più belle e stimolanti se interpretata con passione e onestà intellettuale, ha ancora ragion d’essere se può avvalersi di persone con la sua sensibilità. Non mi resta che ringraziarla e augurarle buon lavoro.”

“Ringrazio doppiamente  la giornalista Di Pietro, primo per quanto scritto su di  noi come Associazione; secondo per la semplicità e l’efficacia delle parole che ha usato per spiegare e sostenere le nostre idee ed il nostro operato. Parole semplici che sono arrivate dritte nel segno !”

“Volevo condividere con tutti il mio grande apprezzamento per il contributo dato dalla giornalista Alessandra Di Pietro e riportato sulla NL n. 27. Devo dire che mi ha commosso e che se noi avessimo sempre la stessa attenzione dai media, la nostra lotta sarebbe ben più efficace. E’ andata al cuore del problema con poche parole e ha saputo tratteggiare e valorizzare con estrema sensibilità le persone che ha intervistato. Le faccio i miei complimenti e credo che sia un contatto dell’associazione da coltivare con estrema cura.”

“Alessandra Di Pietro ha saputo bilanciare nell’intervista gli aspetti positivi e negativi della condizione del padre over 40 disoccupato o precario, dandone una rappresentazione rispettosa anche di chi si trova da molti anni ormai in situazioni di estremo disagio sul piano personale, familiare, economico e sociale. Inoltre, ha dato adeguata evidenza alla nostra Associazione ed ai progetti in corso (come ad esempio Labirintus) e dato sostegno alle nostre rivendicazioni, prima tra tutte quella di un reddito minimo garantito.”

 

 

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Lettera di Luciano Gallino al presidente dell’INPS

Pubblichiamo la lettera del Prof. Luciano Gallino al Presidente INPS, uscita sul “La Repubblica” il 13 febbraio 2015

Caro professor Boeri, mi permetto di richiamare la sua attenzione sul fatto che l’informazione riguardo alle pensioni è in gran parte incompleta, fuorviante o addirittura falsa. È superfluo ricordare che qualunque informazione venga diffusa in merito alla previdenza pubblica tocca milioni di persone che sperano di arrivare quanto prima a percepire una pensione, e altri milioni che una pensione già riscuotono…per il testo completo  cliccate qui- lettera di Gallino a Boeri

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Quale è stato il principale fattore scatenante della crisi nell’Eurozona?

Nella relazione di Vítor Constâncio vice presidente della Banca Centrale Europea,  presentata alla conferenza su “La crisi nella zona euro” (tenutasi ad Atene nel maggio 2013)  vengono smentite le tesi che sostengono che la crisi è dovuta ai deficit di bilancio dei vari Stati e indica nella finanza i veri responsabili.

Troverete qui l’intervento originale in inglese

Troverete qui la traduzione in italiano   presa dal sito www.rischiocalcolato.it, blog di economia e politica.

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